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La Resilienza e la Neolingua

di Nico Carlucci      Neolingua! Eh s ì , continuiamo a  sperimentarla in tutti i settori, nel nostro modello volto al globalismo. È l ’ era dell ’ emergenza e dei nuovi assetti, urlati dalla maggior parte dei media, dai tanti giornali, dal teatrino della politica correct . Ma non basta: perfino qualche gruppo rock è dalla parte giusta (si fa per dire). Allora ecco un click per aprire l ’ agenda festivaliera di un mondo post-umano.  Neolingua. È la prima parola con cui ho incominciato, e poi viene “ resilienza ” , che spiega tutte le altre. Nasce per far fronte alla sopportazione, come viene spiegato da Diego Fusaro nel suo interessante libro “ Odio la Resilienza: Contro la mistica della sopportazione” ( Rizzoli, 2022).  Resilienza è una parola che dice continuamente di un potere “ aggiornato ” con la sua impronta nei veri programmi, nelle economie, nei giornali. Per capirla di pi ù io mi servir ò anche dell ’ antropologia culturale, che si guarda bene dal focalizzare un solo
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Le stanze dell'Antropologia

  Nico Carlucci LE STANZE DELL'ANTROPOLOGIA      Questo libro presenta alcuni antropologi, il loro metodo e allo stesso tempo apre alcune stanze della contemporaneità proprio grazie all’Antropologia culturale. È un libro che non dimentica le lezioni di Boas, di Kroeber, di Mead, di Magli che in questi anni hanno permesso di decodificare i significati che viviamo, i modelli e i simboli del nostro essere Sapiens-sapiens.       Le stanze dell’Antropologia  non chiude alcun discorso, ma guarda a spicchi di mondo che vengono informati anche dalla filosofia, dall’arte e dalle scienze in generale. Il tentativo è quello di capire ancora dove andiamo sul piano delle discipline, della lingua nell’ambito di una cultura, quella dell’Occidente in forte trasformazione. In questo momento rileggiamo i classici forse per capire meglio i tratti e le configurazioni di una storia culturale: l’immigrazione-emigrazione, la cosiddetta  cancel culture , il politicamente corretto. È una Antropologia che im

Per una storia del Bambino

IDA MAGLI E I “FIGLI DELL’UOMO” da Ida Magli Rivoluzionaria Facebook di Nico Carlucci Nel 2015, IDA MAGLI così scrisse nel suo ultimo libro, “Figli dell’Uomo” (pp. 167-168): «Seguendo le istruzioni di Orwell in “1984”, si sono capovolti i significati. Il Ministero dell’Amore ha funzionato a meraviglia... E i governanti sono i più entusiasti di questo travisamento operato dai detentori del Potere sui più deboli: i poveri, i sudditi, i bambini. Non si può dubitare che un simile sistema di idee sia stato concordato con i governanti da un gruppetto di persone... che o Bruxelles, sede dell’Unione europea, o in qualche parte degli Stati Uniti d’America, lavora con grande efficienza alla distruzione della civiltà europea». Il Ministero dell’Amore si configura in quel sistema che in teoria ha come scopo “il bene dei bambini”, ma all’atto pratico ha prodotto realtà devastanti come la vicenda dei bambini di Bibbiano. [Link: http://www.ilgiornale.it/…/linchiesta-angeli-e-demoni-15439…

Kultur e Zivilisation: Nietzsche e le scienze A-venire

di Nico Carlucci Kultur e gli anni di Basilea (1869-1879)      Nietzsche a Basilea fu un diligente insegnate. I suoi scolari lo ricordano come chi era capace di convincere allo studio, anche i più pigri. Egli riflette molto sul problema dell’educazione, sulla funzione degli istituti di cultura. La guerra franco-prussiana interruppe per qualche settimana la sua attività di insegnante. Sono gli anni in cui Nietzsche si sentiva legato a Burckhardt, storico basilese. A lui lo legò il comune amore per Schopenhauer e una concezione importante della civiltà greca. A Burckhardt lo lega anche quello che Nietzsche chiama “il sentimento dell’autunno della civiltà”. [1] Civiltà, sì. Una tradizione andava scomparendo con tutte le sue istituzioni. Significativa è la lettera che scrisse all’amico Carl von Gersdorff il 21 giugno 1871: “Al di là del conflitto delle nazioni, ci ha terrorizzati, terrificante e improvviso, il sollevarsi dell’idra internazionale, foriero di ben altre batta

Il libro, i libri...l'Antropologia culturale

di Nico Carlucci      Il 20 gennaio presento il mio libro edito da Solfanelli: Antropologia giorno per giorno: Era informatica e nuovi dei. Cerco di dire ancora che l'antropologia serve per capire l'Uomo "bianco". Molte cose sono cambiate da quando l'antropologia è nata.  Spero che arriverete in tanti a Milano per parlare di libri, di cultura, nel Salone della cultura. Milano, per molti versi va per conto suo...Città che produce, ma che deve pensare veramente a ciò che può dare all'Italia e alle sue periferie. Oggi, spesso, si discosta dal resto del Paese; la città ha un alto tasso di criminalità. Molti sono i senzatetto che gridano che hanno fame. La neve non arriva più, anche la nebbia l'ha abbandonata. Ha ancora senso, allora, un libro di antropologia nell'era in cui si cerca di non leggere, la cui testa è china su uno smarthphone nella prossemica depressiva? Oh, aforisma, fa che la tua coloritura timbrica porta ad una nuova germinazione, s

Era informatica e nuovi dèi

di Nico Carlucci E' uscito il mio libro: Antropologia giorno per giorno: Era informatica e nuovi dèi, 2018, edito da Solfanelli ANTROPOLOGIA GIORNO PER GIORNO Era informatica e nuovi dèi      L’intento di questo libro è quello di fare antropologia. Nei diversi articoli vengono messi a confronto i comportamenti e i costumi dell’Uomo bianco. Si parla e si scrive dell’Occidente, del suo quotidiano che spesso molti antropologi non considerano importanti nello studio della storia. Centrale è l’analisi del sistema di Potere che agisce nella completa inconsapevolezza dei suoi sottoposti. Qui si sfogliano le pagine dell’arte, del cinema, della medicina, della filosofia, della politica, del mito, di noi “primitivi” che è parte di un organismo complesso, di una cultura a cui diamo il nome, in questo caso, di Europa.      Occupandosi di Potere, i vari momenti di questo diario di bordo, non poteva non trattare il Sacro, i fenomeni e le simbologie del Sacro che si stagliano e plasmano il nost

Il blog indie ancora...

di Nico Carlucci      Siamo ancora qui, sul campo di  una Antropologia giorno per giorno. L'antropologo è in quell'orizzonte di mondo, in un progetto. Abbiamo interpretato i nostri tempi, passati e presenti di cui anche tu fai parte, nell'inconsapevole silenzioso della cultura. Ora ricostruisci il puzzle, quell'armonia di un insieme complesso a cui ci aveva introdotto E. B. Tylor e che non abbiamo mai dimenticato. Molta strada è stata fatta e se l'antropologo inglese apparteneva ancora all'Evoluzionismo, noi, invece, no. A Tylor riconosciamo molto, forse l'inizio stesso di una scienza, l'Antropologia, appunto. Ma mettiamo insieme, l'una accanto all'altra, i campi di ricerca, i metodi, c'è una giusta varietà, una scienza, appunto, la rivoluzione copernicana. Xilofoni nelle ore boreali, nota toccata e poi ripetuta; silenzio e sento e poi ripresa, aumento, una spirale o un eterno ritorno. Nietzsche è lì e sembra suggerirci una morfologia: i